Valentina Bertini, una donna “sotto spirito con ciliegie”

Valentina Bertini, una donna “sotto spirito con ciliegie”, così come ama definirsi lei stessa: una forte personalità che non scende a compromessi.

Lei che non vuole mai, nelle uscite in coppia, scegliere il vino al ristorante, che odia la gente che maltratta le bottiglie di vino e che non sopporta chi dice che non ce la fa, piangendosi addosso. La donna che si è sempre sentita in dovere di essere superiore alla massa. Una vita piena di ostacoli, ma vissuta con forza e sincerità. Una dolcezza mista a rabbia, quella che traspare dalle sue parole, mentre mi racconta aneddoti molto personali che hanno segnato il suo percorso: ben otto funerali in quattro anni, un mondo che non dà sempre spazio alle donne, una voglia di rivalsa nei confronti della vita. Una leonessa che non smetterà mai di esserlo.

CHI È VALENTINA BERTINI?

Sono nata nel 1980 e volevo fare l’avvocato. Mia mamma faceva la cuoca, mentre mio padre era ispettore capo della Polizia. La mamma lavorava da “Pinturicchio” a Spello, e qui ho cominciato a lavorare anch’io. Prima di allora sapevo solo andare a mangiare nei ristoranti, ma l’alta ristorazione mi è sempre piaciuta. Non sapevo però neanche aprire una bottiglia di vino. Poi, nel 2003, ho frequentato il corso per diventare sommelier, proprio nel momento del boom di questo settore in Umbria, ma sono stata bocciata all’esame da Roberto Gardini, che mi ha scoperto a suggerire risposte al mio ex fidanzato. Un mese dopo ho ripetuto l’esame e ho ricevuto il premio Miglior Corsista del Centro Italia, poi il premio Bonaventura Maschio e Premio Innovazione nella Professione Villa Sandi. Lì ho capito che quello che avevo cominciato a fare come un gioco stava diventando in realtà quello che volevo fare nella vita.

QUALI SONO LE TUE PASSIONI?

Tante, e tutte diverse. Amo andare a cavallo, mi fa rilassare. Il mio hobby vero, però, è il mio lavoro.

IL SOGNO DI VALENTINA BERTINI.

Sono ambiziosa, e so che prima o poi avrò un’azienda vinicola tutta mia, magari in Borgogna.

CHI È LA PERSONA PIÙ IMPORTANTE DELLA TUA VITA?

Mio padre. E’ venuto a mancare più di dieci anni fa. Sono stata una figlia fortunata, perché ho imparato da lui che la libertà non ha prezzo. Essere liberi, per me, vuol dire però anche avere delle regole. Per lui era importante la mia felicità. E’ stato il mio grande supporto.

COME DEVE ESSERE IL TUO UOMO IDEALE?

Vorrei che fosse come mio padre. Nelle mie storie sentimentali ho capito che i miei compagni volevano una Valentina che non ero io. E poi ci sono molti uomini che non vogliono una donna sotto i riflettori più di loro,  ma io non sopporto chi soffre di complessi di inferiorità.

CHI TI HA DATO LA FORZA DI SUPERARE TANTI MOMENTI DURI ?

Sai che non lo so? Forse l’aver incontrato persone che mi hanno dato coraggio. Ho conosciuto Luca Gardini, che mi ha supportato in momenti particolari della mia vita, facendomi vedere la luce: lo stimo molto, credo sia una delle persone con più talento al mondo. Ancora, Renzo Cotarella, con cui ho fatto molte degustazioni imparando un po’ di enologia; Cristiana Lauro, che mi ha coccolato molto e si preoccupa sempre per me. Infine Enzo Vizzari, che ha creduto nelle mie potenzialità e che io ammiro molto per le sue competenze enogastronomiche. Tutte queste figure hanno capito che avevo bisogno di una spinta emotiva, e me l’hanno data perché credevano in me, e senza un secondo fine.

QUAl È LA TUA CANZONE DEL CUORE?

” Vento nel vento” di Lucio Battisti. Una canzone che cantavo sempre con mio padre, e oggi la voglio dedicare proprio a lui.