Da qualche tempo – ma non da molto – cedo al piacere di leggere (e riflettere) su quelle che ho sempre considerato “massime” di vita.
Ovvero, enunciati carichi di verità e di saggezza. Poi ho scoperto che le massime avevano un nome altisonante, di estrazione classica. Si chiamano aforismi, che vuol dire “definizioni”, o meglio una sorta di sentenza contenuta in poche parole. La stampa – dai giornali alle grandi riviste – ospita di frequente questi aforismi. Specie se vantano la paternità di nomi illustri. Così, senza troppo affanno, ho preso a interessarmi a questo particolare mondo, fino a registrarne i pensieri più autorevoli nella mia agenda. E questo, sia a livello di memoria, che come modello di comportamento. Mi ritrovo, così, fra le mani una piccola raccolta di queste massime, alle quali vado ad aggiungere l’ultima scoperta. Quella che reca la firma di Ottavio Missoni (famoso stilista, scomparso a 92 anni) che mi ha particolarmente colpito per la sua straordinaria estensione alle vicende che stanno – purtroppo – interessando il nostro Paese. Sono ben consapevole che l’apertura dell’aforisma in questione – o meglio la sua area di riferimento – non ha niente in comune con la cronaca di questi giorni. Ma l’enunciato mi è parso così aderente ai fatti (addirittura quasi ispirato ad essi), che mi ha spinto a rendervi partecipi. Missoni, dall’alto della sua saggezza di vita, ha scritto:
“SE TI PIACE VIVERE LUNGO IL FIUME, DEVI IMPARARE A SORRIDERE AI COCCODRILLI“
Tutto qui, dirà qualcuno? E invece proviamo a riflettere insieme. L’affermazione, anzitutto, non ha confini. I nostri fiumi non ospitano abitanti tanto feroci. Ma ovunque ci sia un coccodrillo (con quello che la sua immagine rappresenta), non c’è che da “sorridere”, se vogliamo convivere in pace. O meglio, instaurare un rapporto che escluda qualsiasi forma di contrapposizione o di conflittualità.
È evidente che quella di Missoni è anzitutto una metafora, prima ancora che essere un aforisma. Perché, in sostanza, racchiude un’antica verità. Quella di evitare, ad ogni costo, una guerra dagli esiti sempre incerti, per cercare piuttosto una linea conciliativa, che rispetti i diritti di entrambi i contendenti. Così mi è venuto naturale adattare il pensiero di Missoni alla controversa realtà dei nostri giorni. Che vede in primo piano (con ogni comprensibile responsabilità) una teoria di progetti inevasi, da scaricare sugli altri, che sono poi quelli che ci hanno preceduto.
Il coccodrillo è lì, a poche bracciate da noi, ed è inutile chiedersi perché si trovi in quelle acque, o chi ce l’abbia portato. Piuttosto, visto che c’è, va trovata in tempi brevi la migliore soluzione per tutelare la nostra vita, senza perderci nei meandri di eventuali responsabilità. E qui la “rosa” di eventi ai quali l’aforisma può essere esteso, risulta quantomai attuale e imprevedibile. A partire dalla diffusione del Coronavirus. A chi è imputabile? Dove hanno o non hanno funzionato gli organi per la tutela della salute pubblica? Fino a qual punto le varie competenze (da quella ospedaliera) hanno o non hanno trascurato di coordinare le loro funzioni e quindi i comuni obiettivi?Sono interrogativi che a loro volta alimentano altri canali d’indagine, ma che evidentemente servono a poco sul piano della lotta alle infezioni. E allora l’immagine di chi sorride al coccodrillo per stargli vicino, è da rinviare ai nostri politici.
L’epidemia di Coronavirus ha scoperto molte miserie della nostra politica. Soprattutto quella perenne conflittualità per la conquista di una poltrona, anche quando il destino del Paese richiede ben altre scelte. Non intendo cedere a una facile accusa, ma il recente contagio ha messo in ombra l’altro dramma che affligge la nostra società. Mi riferisco a quei fenomeni climatici che, per la loro portata, stanno cambiando non solo la faccia del mondo, ma i rapporti e la sopravvivenza di quanti – uomini e animali – vivono nelle aree compromesse. Il pianeta Terra sta attraversando una radicale mutazione, che tuttavia si è preannunciata, grazie a una serie di costanti e significative manifestazioni.
Lo sbalzo delle temperature, gli uragani e le alluvioni, la progressiva scomparsa dei ghiacciai ai Poli, sono solo alcune delle più inquietanti realtà, nella vita del nostro pianeta. E anche in questo caso, il fenomeno ha i suoi lontani e ricorrenti precedenti. La battaglia a tutela dell’ambiente, che gli ecologisti di tutto il mondo conducono da anni, non ha trovato quasi mai riscontro. Al più, le solite promesse di là da venire, per contenere la costante crescita dei danni.
E anche qui ritorna il solito rimpallo delle responsabilità, che vedono spesso l’Europa quantomai indifferente ai mali della Terra. Gli orsi al Polo Nord stanno morendo per la mancanza di ghiaccio e di cibo, ma il territorio interessato è di quelli che impegnano la sovranità di più Stati, e questo finisce per bloccare ogni iniziativa. Ho solo accennato a qualche fenomeno che richiederebbe il sorriso di Missoni per il suo coccodrillo, ma evidentemente i politici, a tutte le latitudini, non sono lettori di aforismi. Io ho scoperto per caso questa ricca miniera, che lontana dalla complessità della filosofia, mi porta spesso a riflettere con umiltà sulle piccole e grandi cose del nostro mondo. Di qui l’idea di proporre all’attenzione dei nostri giovani enologi qualche aforisma che ci rimandano ai vizi e alle virtù del nostro tempo.
Riccardo Cotarella