L’Italia candida l’espresso a Patrimonio dell’Umanità

caffè espresso
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L’orgoglio di una tradizione più forte della pandemia e dell’inflazione

“Dopo due anni in cui le nostre vite sono, di fatto, sospese a causa della pandemia, abbiamo bisogno di recuperare il valore delle nostre tradizioni, anche attraverso atti dal forte valore simbolico. Per questo siamo estremamente felici che il ministero delle Politiche agricole e forestali abbia deciso di ufficializzare e sostenere la candidatura del caffè espresso italiano a Patrimonio immateriale dell’umanità presso l’Unesco. In questo modo saremo in grado di promuovere un’eccellenza tutta italiana, uno stile di vita inconfondibile e insostituibile, un rito inclusivo e unico, in tutto il mondo”.

Così Alessandro Cavo, presidente de “Gli Storici” e consigliere delegato di Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, presso il Comitato promotore della candidatura dell’espresso italiano a patrimonio Unesco, in merito al via libera dato dal Mipaaf al progetto.

“In questi giorni – aggiunge Cavo – il rito quotidiano di milioni di italiani di consumare la tazzina di caffè al bar deve fare i conti con le misure restrittive anti Covid e, per quanto riguarda i gestori, con l’incremento dei costi della materia prima e dell’energia. Eppure questa tradizione, figlia di uno stile di vita unico al mondo, continua ad essere un riferimento quotidiano per milioni di persone ogni giorno. Ci auguriamo che la candidatura a cui Fipe ha da subito dato il suo appoggio convinto, arrivata peraltro al termine di un lungo percorso, rappresenti il riconoscimento di un rito che unisce il Paese nel segno di quella convivialità oggi negata dall’emergenza sanitaria.”