Le Colline del Prosecco candidate ufficialmente a Patrimonio Unesco

Alla fine di settembre 2016 è stato firmato il protocollo d’intesa tra la Regione, il Consorzio di Tutela del vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e gli Enti locali che, insieme, hanno presentato il logo ufficiale rappresentante il bellissimo sito geografico che intendono far inserire nella prestigiosa Lista dei Patrimoni Mondiali dell’Unesco, il cui iter burocratico fu intrapreso tra il 2007 e il 2008 quando il Ministro delle Politiche Agricole, Forestali e Alimentari era Luca Zaia, originario di Conegliano, dall’aprile 2010 Presidente della Regione Veneto. Era il gennaio 2007 quando ci fu la sottoscrizione tra la provincia di Treviso e i 7 Comuni delle ‘Terre Alte’ della Marca Trevigiana, con il preciso scopo di salvaguardare il paesaggio e l’ambiente delle colline del Prosecco.

Luca Zaia firma il Protocollo d’Intesa con la Provincia di Treviso e i Comuni delle ‘Terre Alte’ della Marca (Foto: ‘Regione Veneto’)

Nell’ottobre del 2010 il sito di Conegliano e Valdobbiadene è stato iscritto dall’Unesco nella Lista propositiva nazionale (la cosiddetta ‘Tentativ list’) e, dopo quattro anni e mezzo di analisi e ricerca, nel marzo 2015 si è proceduto all’iscrizione nel Registro nazionale dei paesaggi rurali tradizionali, passaggio e requisito necessari alla candidatura.

Il logo dell’Unesco (Foto: ‘Crea’)

Il 25 gennaio scorso l’attuale Ministro delle politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maurizio Martina ha apposto la sua firma sul dossier di candidatura delle ‘Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene’, la cui documentazione è stata esaminata il giorno seguente dalla Commissione nazionale italiana per l’Unesco (presieduta da Franco Bernabè) e poi inviata a quella permanente presso l’Unesco di Parigi che, il 26 gennaio, ha espresso parere favorevole, ufficializzando la candidatura e scrivendo così una pagina storica per l’intero Veneto.

Il ministro Maurizio Martina (Foto: ‘Dire’)

Il Ministro ha rimarcato il grande sostegno del suo Ministero perché ‘esprime con forza la capacità del Prosecco di valorizzare un territorio agricolo e promuovere l’Italia nel mondo. Uno degli elementi di forza del dossier è dato proprio dalla positiva convivenza tra lavoro umano ed ecosistema. Vogliamo evidenziare ancora di più il ruolo centrale dell’agricoltore nella salvaguardia della biodiversità del paesaggio rurale e rafforzare a livello mondiale il posizionamento di una delle produzioni vitivinicole più pregiate ed apprezzate dell’Italia’.

Logo ufficiale presentato alla Commissione di valutazione (Foto: ‘IlVelino’)

Molto felici e soddisfatti Innocente Nardi (Presidente del Consorzio di Tutela del Prosecco Docg) e Walter Feltrin (Presidente Coldiretti Treviso) il quale commenta affermando che ‘il prestigioso riconoscimento premia soprattutto quei viticoltori artefici di un equilibrio rispettoso della natura, disegnando con la loro attività e il presidio del territorio uno dei paesaggi più belli d’Italia’.

Colline del Prosecco (Foto: ‘LaTribunadiTreviso’)

Per Diego Tomasi, direttore del ‘Centro di ricerca per la viticoltura’ (VIT) di Conegliano che ha collaborato alla stesura della parte tecnica del dossier, grande merito deve essere riconosciuto anche al ‘Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria’ (CREA), a dimostrazione del fatto che ‘una viticoltura gestita in modo sostenibile e innovativo non contrasta con il vivere bene e il vivere bello, riuscendo a creare sia la bellezza del paesaggio che la conservazione del reddito’.

Colline del Prosecco (Foto: ‘EgNews’)

Nella classifica mondiale dei beni patrimonio Unesco, l’Italia è al primo posto con 51 riconoscimenti relativi a siti materiali (oltre a 7 elementi immateriali), seguita dalla Cina con 50 e dalla Spagna con 49, per cui la candidatura del sito del Prosecco è fondamentale non solo per mantenere tale primato ma soprattutto perché, su un totale di 1.052 paesaggi iscritti nella Lista, solo 9 sono paesaggi vitivinicoli. Il sito del Prosecco coinvolge 15 Comuni e si estende per 20mila ettari (di cui 7.200 coltivati a Docg da oltre 3.000 coltivatori), una zona dove l’equilibrio tra uomo e territorio è inscindibile e viene rappresentato anzitutto dalle tradizioni ma anche nella letteratura del Novecento, così come nelle citazioni del paesaggio in svariate produzioni pittoriche di artisti del Rinascimento Veneto.

Colline intorno a Valdobbiadene (Foto: ‘Viaggi&Gusti’)

Dal 1 febbraio è iniziato l’iter vero e proprio di valutazione che si concluderà con la pronuncia dell’esito solo nel luglio 2018, ma nel frattempo tutti i coltivatori dovranno seriamente impegnarsi a riconvertire sempre più vigneti seguendo metodi biologici. Ottenere il logo dell’Unesco per un determinato sito è fondamentale, nonché strategico, per fare in modo che i flussi turistici di qualità aumentino e consentano all’intero territorio coinvolto di guadagnare in immagine e benessere economico, con conseguente ed immediato vantaggio di tutti gli operatori.

Colline del Prosecco (Foto: ‘LaVocedelNordest’)

Per tutti gli amanti della natura, del buon cibo e del buon bere imperdibili sono sicuramente anche i due itinerari enogastronomici della ‘Strada del Vino del Montello e Colli Asolani’ e della ‘Strada del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco’ (oltre alla ‘Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano – Valdobbiadene’), aree di pregiate produzioni enologiche e di importanti Denominazioni e Indicazioni (‘Colli Asolani Docg’, ‘Prosecco Doc’, ‘Conegliano Valdobbiadene Docg’, ‘Valdobbiadene Superiore di Cartizze Docg’, ‘Radicchio Rosso di Treviso Igp’, ‘Radicchio Variegato di Castelfranco Igp’).

Colline del Prosecco (Foto: ‘WineNews’)

Numerose sono le strutture ricettizie e ristorative lungo le due ‘Strade del vino’ che offrono un ottimo servizio e degli ottimi prodotti, per non parlare delle accoglienti cittadine e dei bellissimi borghi che caratterizzano l’intero territorio (Asolo, Caerano San Marco, Castelfranco Veneto, Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Cornuda, Crocetta del Montello, Dosson di Casier, Farra di Soligo, Follina, Giavera del Montello, Guia, Maser, Miane, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Oderzo, Pederobba, Pieve di Soligo, Refrontolo, Riese Pio X, Roncade, Saccol, Salgareda, San Pietro di Barbozza, San Pietro di Feletto, Santo Stefano di Valdobbiadene, San Vendemiano, Susegana, Tarzo, Treviso, Valdobbiadene, Vidor, Villorba, Vittorio Veneto, Volpago del Montello).

L”Osteria senza oste’ sulle colline di Santo Stefano di Valdobbiadene. Un posto magico
‘Osteria senza oste’. Facciata ed ingresso

Una menzione speciale la merita il terroir del Cartizze, prodotto di punta dell’enologia veneta.

Grappoli della preziosa Glera (Foto: ‘TerreIncognite’)

I vigneti del Cartizze sono circoscritti ad un’area nei pressi di Valdobbiadene estesa per 107 ettari alle pendici del Monte Cesen (tra gli incantevoli borghi di Santo Stefano e Saccol) che si distingue per il suo microclima particolare grazie al quale il vino acquisisce caratteristiche uniche. Tale microclima viene creato dalla continua esposizione dei vigneti al sole, con colline la cui altezza varia dai 200 ai 350 metri; dalla brezza proveniente da Nord-Est nei mesi da aprile a settembre (periodo di massima vegetazione) che mantiene le foglie asciutte; dal terreno argilloso e ricco di minerali che nutrono costantemente le viti e ne mantengono inalterata l’umidità, evitando la formazione di funghi dannosi; infine, dalla corrente di aria fredda che discende dal Monte Cesen (1.570 m) e soffia nella vallata del Cartizze originando delle importanti escursioni termiche tra il giorno e la notte, grazie alle quali (durante il periodo di piena maturazione degli acini, ossia agosto/settembre) i grappoli sviluppano delle caratteristiche organolettiche particolarmente aromatiche.

Colline del Prosecco (Foto: ‘Galifi’)

Il disciplinare del Consorzio di Tutela ‘Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg’, che monitora la produzione dei 15 Comuni del Prosecco nella zona del ‘Valdobbiadene Superiore di Cartizze Docg’, prevede una resa per ettaro di 120 quintali, a differenza dei 135 quintali della ‘Conegliano-Valdobbiadene Docg’ e i 180 quintali di quella del ‘Prosecco Doc’.