I piselli, “les petits pois” di Caterina De Medici

Giugno è il mese in cui le terre coltivate con lavoro e dedizione subito dopo il periodo invernale danno i loro frutti e tra tantissimi ortaggi, frutta e legumi, i piselli costituiscono sicuramente un prodotto molto apprezzato, grazie alla sua praticità in cucina e soprattutto alle sue qualità organolettiche che esalteremo, non prima di esserci soffermarti sulle origini di questo alimento a dir poco completo! I piselli furono una delle prime specie domesticate dall’uomo nella regione della Mezzaluna Fertile quando, all’ incirca 8000 anni fa, nacque l’agricoltura; resti sia di piante selvatiche che di piante coltivate sono stati trovati in molti siti archeologici del periodo Neolitico ed in seguito tale coltura si è diffusa verso la zona ovest dell’Europa e verso quella est, direzione India. Durante il regno di Carlo Magno, i piselli venivano citati come “pisos mauriscos” tra gli ortaggi raccomandati nel “Capitulare de Villis vel curtis imperii”, un capitolare manoscritto emanato negli ultimi anni del regno Carolingio per disciplinare le attività rurali, agricole e commerciali delle aziende agricole dell’impero, a quei tempi chiamate “ville”. I piselli secchi, facile da conservare, costituivano poi nel Medioevo, insieme a lenticchie e fave, una delle principali risorse alimentari delle classi povere e verso la fine del XIV secolo, alla corte dei Medici, fu selezionata una varietà nana da consumare fresca, i cosiddetti “piselli novelli”; quando Caterina dei Medici sposò nel 1533 Enrico II di Francia, questa nuova specie fu introdotta in Francia e costituì una novità gastronomica, ribattezzata con il nome petit pois, arrivata sino ai giorni nostri. Oggi, oltre a questa tipologia, si coltivano altre tre varietà, cioè “mezza rama”, “rampicante” e “mangiatutto”, raccolte dal mese di aprile alla fine di giugno e contengono quasi l’ 80% di acqua, una minore quantità di zuccheri e la restante parte è costituita da fibre, proteine e carboidrati, da minerali quali calcio, sodio, fosforo, potassio, ferro, magnesio, zinco, selenio, rame e manganese, nonché da vitamine A, B1, B2, B3, B5, B6, C, E, K e J. Nello specifico, la presenza di vitamina C, in essi contenuta, contribuisce a rafforzare le difese dell’organismo, il potassio contribuisce ad avere effetti diuretici e l’acido folico, insieme alla vitamina B6, apporta benefici all’apparato cardiovascolare, mantenendo in salute cuore e vasi sanguigni. Il consumo di piselli aiuta inoltre a tenere bassi i livelli di colesterolo “cattivo” (LDL) nel sangue e contribuisce a tenere sotto controllo la glicemia; la clorofilla presente nei piselli stimola l’organismo nella produzione di globuli rossi e, grazie all’alto contenuto di sali minerali, hanno proprietà rimineralizzanti. Per quanto riguarda i piselli destinati all’essiccazione invece, la loro raccolta avviene quando il baccello non è ancora completamente secco, questo per evitare che durante la raccolta i chicchi cadano e si disperdano: anche i piselli secchi sono molto salutari in quanto ricchi di ferro, zinco, magnesio e forse non tutti sanno che sono molto più energetici rispetto a quelli freschi. Non a caso queste proprietà vengono utilizzate in caso di affaticamento, di debolezza e durante le fasi di convalescenza e della crescita come cibo rivitalizzante ed energetico. Questo mese il nostro approfondimento ha riguardato due varietà tipiche della Liguria, ossia il “Pisello di Lavagna” ed il “Pisello nero di L’ago”. La prima viene coltivata nell’entroterra di Chiavari e Lavagna per la produzione primaverile e si semina su delle file distanziate quasi un metro l’una dall’altra e 5 cm lungo la singola fila; a differenza delle altre varietà, può essere raccolto già nel mese di marzo; la pianta è della tipologia rampicante e può raggiungere un’altezza fino a 150 cm; il suo baccello, di colore verde brillante, ha una dimensione media ed una forma quasi arcuata, mentre i grani contenuti al suo interno, mediamente in numero di sei, si presentano con un colore più chiaro ed hanno una forma tondeggiante. La seconda varietà si coltiva nel comune di Borghetto Vara, più diffusamente nella frazione di L’ago, per la produzione del mese di marzo, come avviene per i piselli della zona di Lavagna, di cui viene seguita allo stesso modo la semina. I semi hanno una dimensione media di 4 mm e sono di colore marrone con una caratteristica macchia nera circondata da un alone grigio-scuro nel punto di attacco con il baccello. Durante la crescita le foglioline presentano una particolare variegatura violacea e la pianta si sviluppa in modo vigoroso, arrivando a raggiungere e addirittura superare i due metri di altezza. La raccolta avviene solo quando i baccelli sulla pianta sono del tutto secchi ed una loro caratteristica è che, pur essendo più piccoli rispetto alle altre varietà, si sviluppano sulla pianta in quantità più elevate. I piselli sono uno degli ingredienti immancabili nella preparazione di un piatto tipico abruzzese, cioè Le virtù, una specialità tipica nata prevalentemente nella zona di Teramo ma che, negli anni, è stata apprezzata e quindi si è diffusa in tutto l’Abruzzo.