Giuseppe Arena, intuitivo e visionario

Giuseppe Arena

Giuseppe Arena, un creativo “vero”, un uomo multitasking, intuitivo e visionario. Alla sua creatività aggiunge carisma e sensibilità. La capacità di produrre idee, conoscenze, nuove tecniche e innovazione, è divenuta, al giorno d’oggi, fattore discriminante per riuscire a stare al passo coi tempi ed essere competitivi. Le trasformazioni in atto nel contesto socioeconomico sono basate sul ruolo cruciale assunto dalla capacità creativa dell’uomo.
Guardando negli occhi Giuseppe vedo un “ragazzo di una certa età”, molto sensibile, che ha vissuto esperienze di vita forti, intense, esaltanti, devastanti, eccitanti, in un alternarsi di alti e bassi, con periodi neri che è riuscito a superare lottando contro tutto e tutti. Per riuscire a fare della sua passione per la sartorialità del vino, una professione.

CHI È GIUSEPPE ARENA?

Non mi piace dire che sono un uomo maturo, ma un ragazzo di una certa età che si è costruito da solo. Guardo la vita in maniera positiva e spero sempre che domani possa succedere qualcosa di sorprendente, di bello, di positivo. Sono nato in Sicilia e mi sono trasferito a Milano, dove ho studiato per diventare giornalista. Sono stato ufficio stampa di Valeria Marini, poi sono entrato nel mondo della moda lavorando per Vogue Italia e Gioiello. Il mio grande maestro è stato Sergio Colantuoni, stimato consulente creativo per i brand di moda e design, con una lunga esperienza nell’editoria. Da lui ho imparato il concetto di life style legato al food. Da qui è iniziata la ricerca della mia nuova identità, ho lavorato in un’agenzia collegata alla vendita per Giuseppe Marizia, cominciando una vera e propria formazione nel settore. Da Direttore di Bee Food e Design ho sviluppato la mia passione per l’enogastronomia. Negli anni 2000 con mia sorella abbiamo fondato Agenzia Arena, un’agenzia che sviluppa l’aspetto commerciale abbinandolo al marketing. Oggi sono brand ambassador di alcuni importanti cru a cui sono molto legato.

COME DEV’ESSERE UN VINO PER PIACERTI?

Deve raccontare un territorio. Se in un vino non sento la tipicità per me non è un gran vino. Per farti capire meglio, il vino deve parlare di terra. Per questo amo Giorgio Badin, produttore friulano che mi accoglie spesso con le mani terrose…e questo mi emoziona. O ancora Luciano Sandrone che esprime nei suoi vini tutte le caratteristiche del terroir in cui nascono. Loro sono i veri stilisti del vino.

COSA VUOL DIRE PER GIUSEPPE ARENA COMUNICARE IL VINO?

Tengo a precisare che non sono un tecnico. Per me, quindi, comunicare un vino significa raccontare le minuziosità che un produttore riesce a trasmettere, che sono poi il primo campanello della qualità di un prodotto.

IL VINO PIÙ GRANDE CHE HAI BEVUTO FINO AD OGGI?

Direi “Único” di Vega Sicilia, un vino spagnolo di carattere e stile inimitabile, un referente indiscutibile, tra i migliori del mondo. Elaborato solo nelle migliori annate, è un vino di grande eleganza e rotondo. Da bere almeno una volta nella vita.

UNA BUONA CARTA DEI VINI COME DEVE NASCERE?

Deve avere i grandi vini dei grandi produttori, ma contemporaneamente deve rivelare un’attenta ricerca anche dei piccoli produttori che fanno qualità. Naturalmente sia italiani che del panorama internazionale.

SE NON FACESSI IL TUO LAVORO COSA TI PIACEREBBE FARE?

Amo il mio lavoro, anche se a volte si può perdere l’allure perché la vita ci fa incontrare persone senza umanità ed empatia. Sono, infatti, fermamente convinto che nel mondo in generale dovrebbero essere molto più diffuse proprio queste due caratteristiche. Ripensandoci bene, mi piacerebbe anche fare il critico enogastronomico.

UN UOMO E UNA DONNA CHE STIMI

Come donne, in primis mia sorella Rita, la mia spalla sempre e ovunque. Ho molto rispetto per Marina Masciarelli, per Barbara Sandrone che sta portando avanti in maniera egregia la sua azienda dopo la morte del padre e per Giuditta Lanci, una donna di grande umanità che mi sorprende ogni giorno.

COS’È PER TE IL SUCCESSO DI UN’AZIENDA VINICOLA?

Saper valorizzare le risorse umane che raccontano ogni giorno il vino al cliente finale.

SECONDO TE COSA MANCA AL MONDO DEL VINO?

Mancano le persone profonde che sappiano raccontarsi e raccontare.

QUAL È LA TUA CANZONE DEL CUORE?

“A mano a mano” di Mino Reitano, una canzone che parla di un amore ormai sfiorito, senza la passione dei primi tempi, ma che con un po’ di impegno e una profonda consapevolezza può rifiorire e tornare a brillare.

UNA CANZONE CHE DEDICHERESTI A ME?

WINE AWARDS MATERA                              Giuseppe Arena e Pamela Raeli

“Donna con te” di Anna Oxa. Per donne in carriera come te, che nel mondo lavorativo dovete sempre essere tutte d’un pezzo, l’augurio di lasciarvi invece andare all’amore come non aveva mai fatto prima, esaltando i lati più profondi della femminilità.

QUALI SONO I TUOI PROGETTI FUTURI?

Più che di progetti futuri voglio parlare di un nuovo modo di affrontare la vita. Scegliere di essere ottimista, nonostante tutto, voglio che sia la mia disciplina giornaliera: voglio sforzarmi di vedere le opportunità nei problemi e cercare soluzioni creative per me e le cantine che seguo. Voglio guardare oltre…sempre.