Encomio al cameriere

Vittoria Iannone, allieva di Intrecci, Alta Formazione di Sala

VITTORIA IANNONE

Sono nata a Roma il 21 Ottobre 1998. Vivo ormai da molti anni a Montefiascone un paese in provincia di Viterbo, un piccolo gioiello della Tuscia forse ormai troppo piccolo per le mie aspettative. Nell’anno 2016-2017 ho conseguito il diploma presso l’Istituto alberghiero di Orvieto e subito dopo ho maturato la decisione di intraprendere “INTRECCI  alta formazione di Sala”, non essendo proprio sicura di rispondere alle loro aspettative. Ebbene sì…

INTRECCI

Sei mesi di intense lezioni teoriche, seguite da uscite periodiche in varie aziende vitivinicole il tutto ben supportato dall’atmosfera di gioia che si era creata nel nostro gruppo, ben quattordici ragazzi tutti con una passione in comune “la sala”, e ovviamente non manca lo “spirito”. A seguire sei mesi impostati sulla pratica e per quanto mi riguarda i primi due trascorsi al Excelsior Gallia di Milano diretta dalla sommelier Valentina Bertini, e i restanti tre mesi impegnata al Pagliaccio di Anthony Genovese Roma sotto la direzione del responsabile di Sala Matteo Zappile. Due esperienze nettamente differenti che a loro modo mi hanno stimolato a fare sempre di meglio. Oggi posso dichiarare di aver fatto parte della squadra che ha costituito il primo corso di Intrecci, confermando che il cambiamento dipende da quanto una persona è disposta a crescere, a rischiare  e sacrificarsi, considerando che interagire con gli altri è più che necessario.

E alla fine di tutto è come il primo giorno in cui da sola entro in quell’ufficio mi siedo davanti a tre sorelle e parlo loro di sala, ed oggi con una concezione nettamente differente allo stesso modo parlo loro presentando la figura del cameriere che porta il titolo: encomio al cameriere.

Dietro di me non c’è più la porta dell’ufficio chiusa, ma una platea di tredici persone pronte a condividere questo momento con me, e infine la conferma di non aver deluso le loro aspettative. Vorrei viaggiare andando alla scoperta di questo mondo meraviglioso, coniugando lingua, cultura e lavoro allo stesso tempo, e questo è uno dei principali motivi per cui ho scelto il mestiere del cameriere. Non sapendo esattamente cosa la vita mi riservi posso soltanto augurarmi in un futuro prossimo di avere il privilegio di lavorare in strutture come: il Noma a Copenhagen con James Spreadbury, l’enoteca Pinchiorri a Firenze con Alessandro Tomberli, il Veu de Monde a Melbourne con Hugo Simoes Santos, lo Schloss Schauenstein con Daniela Heizmann. Lavorare in grandi catene alberghiere come il Marriott International, l’Hilton, il Four Seasons il Mandarin Oriental e così via. Aspettative importanti, ma mi auguro raggiungibili. Mi sento in dovere di descrivere la figura del cameriere ed illustrare la sua professione, dando la giusta importanza al suo ruolo. Sono tante le circostanze che portano una persona a decidere di fare questo mestiere, forse l’attitudine forse solo causuali incontri, al di là di cosa sia è importante trovare la passione e la  dedizione, che portano a dare al cameriere la sua rilevanza.

Pierre-Auguste Renoir dipinse “la colazione dei canottieri” esprimendo alla perfezione quello che a me sembra il più perfetto ritratto di convivialità mai rappresentato. Un riquadro felice di persone unite attorno ad una tavola ormai consumata dalla gioia “del piacere”: il cibo ed il vino hanno svolto il loro compito, e il pittore così come un bravo cameriere, partecipa allo stato d’animo del soddisfacimento. Solo attraverso una serie di esperienze acquisite riusciremo a vivere appieno il nostro mestiere, sarà la nostra capacità a renderci consapevoli del nostro valore, dimostrando che dentro di noi c’è terra fertile dove potremo piantare un’idea e coltivarla con concretezza.

Augurandosi che nel corso della nostra vita, le possibilità insieme alle opportunità, generino l’alternativa giusta. Ricordandoci che anche tutto quello che in parte si vive realmente è frutto di coincidenze o meglio di “INTRECCI”.