Chiese a porte aperte

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“Chiese a porte aperte” è un progetto sperimentale attivo dal primo agosto 2020, pensato per visitare autonomamente i beni culturali ecclesiastici (solitamente chiusi al pubblico per la gran parte dell’anno) del Piemonte e della Valle d’Aosta con l’ausilio delle nuove tecnologie.

Le chiese in elenco attualmente in Piemonte sono situate tra le Langhe e il Monferrato, la Val Sangone e la Val di Susa, la Val Germanasca e il Pinerolese.

Un progetto innovativo ideato dalla Consulta Regionale per i Beni Culturali ecclesiastici e dalla Fondazione CRT.

La App “Chiese a Porte Aperte” gestisce molteplici operazioni, dalla prenotazione della visita, alla apertura automatizzata della porta. 

Una volta effettuato l’accesso tramite QR code, si viene guidati alla scoperta della chiesa grazie a un’installazione multimediale costituita da una narrazione storico-artistico-devozionale, accompagnata da un sistema di luci e micro proiettori che rendono la visita ancor più piacevole.

Le chiese sono visitabili da lunedì a domenica nella fascia 9-18; in caso di necessità un customer care attento e disponibile saprà risolvere eventuali disagi. 

L’iniziativa ” chiese aperte” permette di “addentrarsi” in zone del territorio spesso escluse dalle mete turistiche tradizionali, con la possibilità di conoscere tipicità culturali ed enogastronomiche. 

Ecco allora un itinerario immaginario che parte dal pinerolese e approda in terra di Langa, cadenzato dalle pause tipiche di una giornata: colazione, pranzo, aperitivo e cena con i prodotti che man mano si incontreranno sulla via.

GIAVENO, SAN SEBASTIANO E LE PASTE DI MELIGA 

Partendo da Torino per scendere verso Pinerolo, la prima tappa conduce alla Cappella di San Sebastiano, la cui posizione ai confini del borgo, addossata al muro perimetrale del cimitero, potrebbe far ipotizzare un suo utilizzo come riparo per i pellegrini diretti verso la via Francigena oppure come lazzaretto.

La costruzione della cappella risale tra il XV e il XVI secolo, all’interno presenta affreschi quattro-cinquecenteschi recuperati durante i restauri: sotto il rosone, è raffigurata una Madonna col Bambino, la restante parete è affrescata con scene del Martirio di Marco e Marcellino e la decollazione di Tiburzio; san Sebastiano tradotto davanti all’imperatore Diocleziano e  in basso, san Sebastiano ucciso a colpi di bastone. A destra della Madonna, san Sebastiano appare alla nobile romana Lucina.

Dopo la visita pausa dovuta al Caffè Commercio per un caffè e una pasta di meliga.

LUSERNETTA, SAN BERNARDINO, SUPA BARBETTA E RAMIE’

La giornata prosegue raggiungendo la località di Lusernetta, in val Pellice dove la Cappella di San Bernardino attende all’ingresso del cimitero. 

 Costruita tra  il 1450 e il 1520; nel 1584 fu la cappella gentilizia dei conti di Rorà e fino al 1784 dipendeva dalla parrocchia di Bibiana da cui fu stralciata in seguito per formare l’attuale parrocchia di Lusernetta. Fu intitolata a San Bernardino da Siena (1380-1444) che nel 1425 si recò nelle valli per convertire i Valdesi.

La cappella custodisce un ciclo di affreschi del XV secolo; nel 1975 venne portato alla luce l’intero affresco della Madonna della Misericordia di Jacobino Longo, che era visibile solo per metà. Nel 2000 fu abbattuta la volta interna a botte del presbiterio e vennero scoperti nuovi affreschi. Una vera chicca.

Trovandoci  nel cuore delle Valli Valdesi, il pranzo perfetto vedrebbe un’ottima Supa Barbetta, la tipica zuppa di grissini, piatto povero della tradizione, magari accompagnata da un bicchiere di Ramiè del pinerolese DOC, un rosso semi strutturato che ricorda il Bordeaux. 

Il viaggio prosegue verso Langhe e Roero con le colline adornate di chiesine e cappelle. 

SOMMARIVA PERNO, N. S. DI TAVOLETTO E UN CESTINO DI FRAGOLE 

Decisamente la più “spettacolare” della serie.

Nostra Signora di Tavoletto è posta in cima a una collina circondata da vigneti.
Se ne ha notizia fin dal 1565 e tra Seicento ed Ottocento, il santuario fu oggetto di diversi interventi di ampliamento che portarono l’edificio alla forma attuale. Per diverso tempo il santuario fu abitato da un eremita.
Nella chiesa furono ospitate due delle più antiche pitture su tavola del Roero: La Pietà di Gian Martino Spanzotti ed un tondo raffigurante l’adorazione del Bambin Gesù, databile agli inizi del cinquecento.


               


Una merenda a base di fragole prima di ripartire verso l’ultima tappa di questo itinerario immaginato. 

SANTA VITTORIA D’ALBA, CONFRATERNITA DI SAN FRANCESCO SANTA VITTORIA D’ALBA E UNA CENA COME DA TRADIZIONE

Lasciata la bellissima cornice di Sommariva Perno, è tempo di concludere il breve viaggio a tappe presso la Confraternita di San Francesco, a Santa Vittoria d’Alba.
Gli affreschi dell’oratorio raccontano in 19 riquadri la Passione di Cristo a partire dall’entrata in Gerusalemme per concludersi, sul lato opposto, con la Resurrezione; Il ciclo di Santa Vittoria è abbastanza noto e oggetto di vari studi anche se l’attribuzione e la datazione sono state controverse.

Il primo a interessarsene fu Euclide Milano, che nel 1906 li datò genericamente al Quattrocento.

A conclusione di una giornata ricca d’arte e bellezza, un’ottima cena con un rosso, tortellini del Plin con una spolverata di tartufo e a chiudere un tocco di zabaione, anche detto sanbaiùn

Buone Scoperte del territorio! 

Siti utili: https://www.cittaecattedrali.it/it/chiese_aperte

Testo: Maria Chiara Laurenti