Rosexpo 2018: boom di winelovers al Castello Carlo V

Da Lecce parte la provocazione: “E se lo chiamassimo vino Rosa?”. Al senatore Stefàno il premio ‘Ambasciatore del vino rosato nel mondo’. Appuntamento con Rosèxpo il 22 e 23 giugno del 2019

Chiamiamolo Rosa, recuperiamo una coerenza linguistica. Stop con lo scimmiottare i francesi con un languido Rosè oppure con il participio passato di un verbo che non esiste, l’abusato Rosato. Se al ristorante si chiedono un Rosso o un Bianco, iniziamo a chiamare il Rosa come mamma Italia vorrebbe. È più o meno la provocazione giunta dai due giorni che a Lecce hanno portato i vini rosati da tutto il mondo e promossi per il quinto anno consecutivo da deGusto Salento, l’associazione dei produttori di Negroamaro che per 48 ore ha reso la capitale del Barocco, e oramai di fatto Capitale dei Rosati, il centro del mondo della viticoltura internazionale.

Lo staff di deGusto Salento, associazione dei produttori del Negroamaro, organizzatrice di Rosexpo. La Presidente Ilaria Donateo è la quarta da sx (Foto: Press Office Rosexpo)

Recuperare l’identità – insomma, più italianità – metterci la faccia raccontando l’unicità delle storie di famiglia o di campagna che si celano dietro le etichette, prendere coscienza del valore dei propri prodotti – i rosati francesi escono in media a 48 dollari a bottiglia negli USA contro i 18 degli italiani – pensare a questo prodotto lavorando sul target finale – generazione X o Y, la prima consuma vini al bicchiere, la seconda se li porta a casa -, paesi obiettivo e senza trascurare canali di comunicazione e strumenti di divulgazione. Insomma, se si è parlato di cosa accade oltreoceano la lista delle cose da fare è lunga ma non impossibile.

E se, come mostrato dalla giornalista Laura Donadoni, su Wine Spectator (nel servizio di copertina sui vini rosati dal mondo) su 12 etichette il 90% sono francesi e il resto spagnole, ecco che istituire una cabina di regia, come accade in Francia, e lavorare per una promozione strategica e condivisa che punti al consolidamento e al posizionamento del brand vino italiano all’estero diventa quasi una emergenza commerciale per andare a scalare le classifiche di vendita. Sì, appunto, quelle di appeal sui mercati, poiché le canoniche classifiche che assegnano premi ai vini, magari associando medaglie ad etichette con riferimenti esclusivamente in italiano e senza un remind on line e nella lingua universale, superati i confini del Bel Paese, rischiano di diventare assolutamente inutili e non spendibili, nonostante la faticosa ansia da ottenimento di questo o di quel riconoscimento.

Taglio del nastro da parte della madrina di Rosexpo 2018 Steve Kim, Managing Director di Vinitaly International (Foto: Press Office Rosexpo)

Un dibattito stimolante e interessante nel corso del quale sono intervenuti Steve Kim, managing director di Vinitaly International, Jean Marc Ducasse, ideatore di Pink Rosè Festival, Ylenia Lucaselli, Global advisor della Southern Glazer’s Wine and Spirits (che commercializza negli USA ogni anno 600 milioni di bottiglie italiane) e la giornalista Laura Donadoni. Presenti anche i delegati dei consorzi di Tutela di Bardolino, Valtènesi, Vini d’Abruzzo, Castel del Monte e Salice Salentino, che hanno sottoscritto un Patto di Intenti per promuovere insieme i vini rosati nel mondo e una delegazione del Trentodoc.

Il titolo di Ambasciatore del Vino Rosato è stato consegnato al senatore Dario Stefàno dall’associazione deGusto Salento che ha voluto premiare l’impegno storico di Stefàno il quale, da assessore alle Politiche Agroalimentari della regione Puglia prima e da senatore della Repubblica poi, non ha mai fatto mancare il suo sostegno alla promozione dei rosati.

Dario Stefàno riceve il premio ‘Ambasciatore del Vino Rosato’ (Foto: Press Office Rosexpo)

Il Castello Carlo V si è prestato, dunque, anche quest’anno come cornice perfetta per la folla di appassionati che nelle due serate hanno gremito le antiche sale declinate tra rosati internazionali; più di 2500 winelovers tra cui tantissimi stranieri che si sono affacciati fino a tarda sera per degustare un calice di vino e riscoprire uno degli scrigni più belli della storia salentina, per la soddisfazione evidente dei rappresentanti della Regione Puglia, del sindaco Carlo Salvemini e dell’assessore alle Attività Produttive del comune di Lecce Paolo Foresio che non ha perso occasione per confermare l’interesse del comune di Lecce a continuare a sostenere iniziative di promozione di alto respiro.

Appuntamento, dunque, al prossimo anno. «Potete già mettere in agenda le nuove date – ha concluso Ilaria Donateo. Se il 21 giugno si ripeterà l’esperienza di #OggiRosè, noi torneremo a parlare di vini rosati con la sesta edizione di questo festival riuscito il 22 e il 23 giugno 2019. Anche quest’anno siamo riusciti a costruire una manifestazione riuscita sia nei numeri sia nei contenuti e da subito inizieremo a lavorare alla prossima edizione certi di poter confermare il trend di crescente appeal e attrattività che abbiamo registrato sin da quando abbiamo iniziato a parlare di rosati a Lecce».

www.rosexpo.it